La conversazione è uno dei nostri principali biglietti da visita: mostra la nostra educazione, il nostro background culturale ed il nostro carattere; in tal senso è bene rispettare alcune semplici regole. Prima di tutto è bene ricordare che non è lecito interrompere chi sta parlando. Questo non è solo scortese, in certi casi può essere addirittura crudele: si rischia di confondere il poverino, fargli perdere il filo e rovinare tutta l’efficacia del suo discorso. Per nessuna ragione, dunque, si interrompono le persone che stanno parlando, né con noi né con altri, non si interrompono né si correggono e si lasciano finire i discorsi prima di iniziare eventualmente di nostri, sia in privato, tanto meno in pubblico.

Questo quanto affermato da sempre dal Bon Ton nei salotti di conversazione, ma oggi la nostra conversazione si estende principalmente nel cyperspazio, per questo teniamo in considerazione la newsgroup Usenet, una raccolta di

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criteri, dettati dall’esperienza e dal buon senso, che nessuno è “obbligato” a rispettare ma che aiutano a migliorare la qualità del dialogo e al modo di comunicare online. La regola principale della netiquette in chat si riferisce in modo specifico alle aree “collettive” di dialogo. Cercare di capire le abitudini, la cultura, lo stile di ogni gruppo o area di discussione, il “filo” degli argomenti in corso, prima di intervenire. Se si legge un errore commesso da un utente, meglio non insistere nel correggerlo, soprattuto in pubblica.

Ritengo che la correzione ortografica e grammaticale pubblica, e soprattutto in una chat, non abbia l’obiettivo della correzione dell’errore come opportunità di revisione e di miglioramento, come risorsa e fonte di conoscenza, ma solo quello della umiliazione e dell’ esposizione del malcapitato al pubblico lubridio senza che capisca dove e perché ha sbagliato, se le sue lacune sulla lingua sono tali da indurlo in errori macroscopici portrà mai correggersi e capire come? Si sentirà soltanto umiliato.

E’ molto meglio dire delle cose interessanti sbagliando le doppie e gli accenti che dire cose stupide con la corretta ortografia. D’altra parte su Usenet è considerato segno di maleducazione correggere gli errori grammaticali o ortografici degli altri: se qualcuno

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lo fa con i tuoi, puoi tranquillamente dargli del maleducato.

Da sottolineare il pensiero di Claudia Fanti: ”mi accorgo che la potenza dell’errore è più grande di quella della perfezione. La regola va scoperta, ma senza rigidità, senza cura maniacale per i dettagli di essa senza l’assillo delle valutazioni pena la lontananza”

(Claudia Fanti)

Di LaDea

2 commenti a “Il Bon Ton della conversazione”
  1. Cito: “…Il vero bon ton è rileggere quanto si scrive e, se non si conoscono le regole, stare zitti e accettare le critiche di chi la propria lingua la conosce. Il vero bon ton è amare il bello, in cui è compreso anche lo scrivere bene (o per lo meno, se non bene, almeno correttamente).”. Inoltre, continuo citando: “…Bon ton non è ipocrisia, è umiltà, sapere quando tacere…”.

    Non ci si può nascondere dietro il bon ton per comodità ed opportunismo; l’ignoranza va combattuta, in ogni momento e con ogni mezzo.

  2. Bon Ton è fare la cosa giusta nel momento giusto, avere il comportamento adatto alle diverse situazioni. Concordo che l’errore vada corretto, ma critico solo il fatto che ciò avvenga in un luogo pubbligo, compresa la chat. Questo svilisce e umolia e inoltre non raggiunge l’obiettivo principale, il diffondere l’uso corretto della lingua.

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