Contabile, 46 anni, separata, vive con la figlia.

Lunedì  15,00. O. è in treno e mi chiama per informarmi che sta arrivando. Ci siamo conosciuti in un sito per single tre mesi fa e da allora non abbiamo mai passato un giorno senza sentirci. Però non ci siamo mai incontrati.

16,00
. Mi richiama. È come vivere una favola. Lui è una persona seria, non invadente e non fissato col sesso. Ci siamo visti spesso in cam ma solo per parlare, tanto che negli ultimi tempi ho fatto partecipare anche mia figlia. Sì, perché no? Siamo in confidenza, sento di potermi fidare di lui.

16,15.
 Altro squillo: inizia il countdown. Poi una telefonata ogni quarto d’ora fino all’arrivo del treno.

17,30. Grande abbraccio e baci come se ci conoscessimo da sempre.

17,48. Aperitivo in un bar della mia zona. Dopo non vorrei andare a casa mia, però. Sono certa che è una persona a posto, ma è sempre meglio essere cauti. E poi mia figlia tornerà fra meno di un’ora, non mi pare il caso di farci trovare lì.

18,30. 
Ci fermiamo al primo albergo. Bellissimo, tutto molto naturale e istintivo. Belle anche le coccole fra una ripresa e l’altra.

22,00
. Per fortuna servono ancora la cena. Prima di risalire in camera facciamo due passi mano nella mano. La favola continua.

23,45. La tv rafforza la nostra empatia. Sdraiata fra le sue braccia, in silenzio, vorrei che il tempo si fermasse. Invece devo andare via.

1,30. A casa, controllo che mia figlia stia dormendo e mi convinco di aver fatto bene a tornare. Anche se O. avrebbe preferito il contrario.

Martedì

8,30. Lo raggiungo per la prima colazione.

9,30. Ancora un caffè insieme, in stazione, poi riprendo la macchina e vado in ufficio.

10,30. Sono ancora tra le nuvole. Come se non bastasse, O. mi chiama dal treno per dirmi che è stato bene.

19,00. Giornata poco produttiva. Meno male che non è periodo di bilanci.


Mercoledì

8,00. Sms del buongiorno come sempre.

16,20. Al telefono, mi chiede di prendere in considerazione l’idea di trasferirmi nella sua città. Lui non può venire nella mia, di questo abbiamo già parlato. Ma sa anche che io non ho intenzione di ricominciare tutto da capo in un posto nuovo e che alla mia età non lo farei nemmeno se fossi sola. Insiste. Nasce una piccola discussione.

17,00
. GF., un ex che con cadenza regolare mi chiama una volta al mese per portarmi a cena e poi non mi ci porta mai, non manca l’appuntamento nemmeno stavolta. Ci siamo lasciati da sette anni, ne ha undici meno di me e ancora dice che sono la sua donna ideale.

22,00. In chat con O. come ogni sera.

Giovedì

8,00. È il mio compleanno, il cellulare squilla: è GF., si compiace di essere il primo a farmi gli auguri. «No, non sei il primo. Mia sorella mi ha chiamata a mezzanotte». Non ci rimane benissimo, cerca di rimediare con qualche battuta e alla fine rilancia l’invito a cena, sorvolando ancora una volta sul quando. Anche oggi mi risparmio la fatica di dirgli che la proposta è insensata e lo saluto alla svelta.

11,00. È strano che O. non si sia ancora fatto sentire.

18,00. 
Voglio sapere la causa di questo silenzio improvviso. Sono abituata a parlarci 4-5 volte al giorno e proprio oggi nemmeno un sms. Gliene mando uno io chiedendo se è tutto ok.

20,46
. Sto ancora aspettando una risposta.

20,47. Mi chiama, mi fa gli auguri e dice che ha avuto problemi di lavoro. Non ci vedo chiaro, ma lui rincara la dose di scuse e decido che gli voglio credere. Buonanotte.

Venerdì

8,00. Silenzio.

10,30. Ancora nessuna notizia di O.

11,40. Esco a prendere un caffè al bar davanti all’ufficio. Mi sento come stordita, i sospetti mi si accavallano nella testa a mille giri al secondo. Mentre attraverso la strada, un signore sulla sessantina rallenta, si ferma di fronte a me, abbassa il finestrino e mi chiede se lo sposo per tre anni. Che ridere, chissà come ci avrà pensato. Mi coglie talmente alla sprovvista che non faccio nemmeno in tempo a chiedergli il perché della scadenza predefinita, comunque m’ha fatto fare una bella risata. Meno male.

22,30. Vedo che O. è collegato, lo chiamo in chat. Ha avuto molto da fare, si scusa e mi rassicura ancora più carinamente di ieri. Sarà. Ma intanto i pensieri che mi hanno angosciata tutto il giorno spariscono di colpo un’altra volta e ci mettiamo a parlare come al solito.

23,50.
 Ancora in chat. Mi regala svariati complimenti e mi dice più volte che mi vuole bene. Per lui sono una persona speciale.

24,07. Siamo stanchi, rimandiamo altre chiacchiere a domani. Buonanotte.


Sabato

11,10. Nuda in un locale notturno faccio l’amore con il mio uomo, completamente vestito, che ha le fattezze di uno sconosciuto uscite da chissà quale angolo recondito della mia mente. Ogni tanto si stacca da me per mostrarmi agli altri avventori, mi esibisce come un trofeo mentre tutti lo guardano con ammirazione. In realtà sono distesa sul letto, in camera mia, e vivo questa fantasia dai pantaloni della tuta da ginnastica.

11,28-15,55. Dov’è O.? Alle 11 aveva un appuntamento di lavoro ma come mai prima e dopo non ha chiamato e non m’ha mandato nemmeno un messaggio? Mi sento presa in giro. Provo a fare la disinvolta: lo chiamo sforzandomi di apparire allegra e gli giro scherzosamente l’invito a venire a stare da me.

15,56. Doccia fredda. Dice che è fidanzato e che non gli devo più rompere le scatole perché la storia è seria. Chiedo ulteriori spiegazioni e vengo a sapere che ha conosciuto poco tempo fa una che gli piace e che, guarda caso, è già disposta a trasferirsi per lui da una città del centro Italia.

15,58. C
hiudo la telefonata.

16,06
. Rimango incredula per qualche secondo, poi l’sms di grilliana ispirazione scatta come una molla. Qualcosa mi dice che sarà l’ultima parola fra noi. Fine del grande amore?

21,00. In chat il suo profilo non esiste più. Chiuso, cancellato. Tutto ad un tratto è come se non ci fossimo mai conosciuti.

21,22.
 Vedo che A. ha accettato la mia richiesta di amicizia su Facebook e siccome è in chat lo chiamo. Non ha rapporti sessuali da un anno perché vuole averne solo con persone di cui è innamorato. Sembra molto dolce, ci raccontiamo un po’ delle nostre vite e sono già le 22 passate quando ci lasciamo i numeri di telefono.

Domenica

10,30. Sms del buongiorno da A.

 

Tratto da: blog.panorama.it

Di AnyWay

1 commento su “[Diario] Non poteva vivere senza di me, ma era una farsa”
  1. Non noto nulla di diverso dai rapporti occasionali che spesso iniziano nei locali notturni. Ci sono tutti gli ingredienti: intrigo iniziale, passione e fine della storia!
    Finita una storia, ovviamente, ne inizia un’altra:

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