Ultima fermata: Auschwitz è un romanzo scritto da Frediano Sessi.
Narra la storia di un ragazzino di 9 anni, Arturo Finzi, ebreo, costretto a vivere in una situazione difficile e complicata. Lui e la sua famiglia vivono a Milano.
A scuola viene emarginato, lasciato solo, in un banco nell’angolo della classe, senza la possibilità di parlare con gli altri compagni. Stringe amicizia soltanto con un bambino, Paolo. Il padre, dopo averlo scoperto, va a parlare con gli insegnanti e, in un primo momento, tutto sembra sistemarsi, ma poi tutto torna com’era prima.
Da Milano si trasferiscono a Roma dal loro zio, dopo aver sentito che stavano pubblicando delle leggi razziste per peggiorare la situazione degli ebrei.
Nel 1943 Mussolini fu destituito e tra la popolazione nacque un sentimento di speranza. Esso fu spento dal rastrellamento tedesco che portò via circa 1022 ebrei. Arturo Finzi si nasconde, ma, avendo scoperto che la sua famiglia è stata deportata, decide di andarci anche lui per salvarli.
Dei 1022 ebrei deportati, solo 15 tornarono a casa, tranne Arturo Finzi.
Esso è un romanzo drammatico che narra la storia, purtroppo accaduta, del nazismo in Germania. Ambientato in Italia, in cui c’era Mussolini, a capo del partito Fascista. In una lettura scorrevole, fresca l’autore è riuscito ad immedesimarsi in un bambino di 9 anni, Arturo Finzi, presente in quell’epoca sofferta e che ci fa porre una domanda: a che punto arriverà la cattiveria dell’animo umano?