Cappuccetto Rosso è una delle favole più popolari del mondo.

E’ presentata in molte varianti: è stata trascritta, per esempio, dai Fratelli Grimm o da Charles Perrault.

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso. Si chiamava così perchè la nonna le regalò una mantellina con il cappuccio rosso. Un giorno la madre le diede un cestino, in cui c’era il vino e delle focacce, da portare alla nonna ammalata; le raccomandò, inoltre, di non attraversare il bosco ma di restare sulla stradina per non incontrare il lupo. Cappuccetto Rosso così si incamminò, arrivando ad un bivio: una stradina portava alla casa della nonna, ma era lunga, l’altra invece era più corta, ma attraversava il bosco. Ella disubbidì alla madre e prese la seconda stradina. Dopo un po’ di tempo incontrò il lupo, il quale le chiese dove stava andando di bello con quel bel cestino. La fanciulla gli indicò la strada e l’animale le propose di fare una gara: chi arrivava per primo a casa della nonna, vinceva. Il lupo arrivò per primo e, fingendosi Cappuccetto Rosso, entrò in casa, divorando la povera nonna. Prese dal suo armadio delle camicie da notte, le indossò e si travestì. La bambina, nel frattempo, giunse alla casetta. Dopo essere entrata, andò dalla nonna e le disse: “Nonnina, che grandi occhi che hai!”. “Per vederti meglio, cara”, rispose. “E che grandi orecchie che hai!”, affermò ella. “Per sentirti meglio, cara”. “E che grande bocca che hai!”, aggiunse. “Per mangiarti meglio!”, e la divorò in un sol boccone. Il lupo, stanco, si addormentò sul letto. Un cacciatore, sentendo un russare forte proveniente dalla casa, e conoscendo la nonna, si spaventò. Guardò all’interno e vide il lupo, prese la mira e gli sparò: con un coltello gli aprì la pancia, fece uscire Cappuccetto Rosso e la nonnina, e al loro posto mise delle pietre grandi e pesanti. Infine lo prese in braccio e lo lanciò vicino ai cespugli del bosco.

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