Quante volte avete dato l’anima per una causa? Vi siete impegnati per raggiungere
l’obiettivo? Avete voluto bene, ma siete stati traditi?
Eccovi i consigli per esaminare ed affrontare una delusione.
Il primo momento della delusione è la fase dei perchè!
Il secondo è quello in cui, rassegnandosi alla esclusione dal lavoro, o dalla sfera
affettiva degli amici, l’individuo tenta di sostituire il ruolo perduto con un’ altra situazione affine, fase del transfert!
Il terzo infine è quello della quieta rassegnazione: fase del ricordo ove in fondo al
tunnel si intravede la luce.
Fase del perche’.
In questa fase colui che subisce l’abbandono o l’esclusione, viene colto, a giorni
alterni, da momenti di disperazione giocosamente conditi da ansia, a momenti di assurda allegria. Il soggetto abbandonato ed emarginato cerca continuamente risposte che spieghino la fine del suo ruolo. Il deluso sperimenta su se stesso ciò che in psicologia viene definito Disturbo ossessivo compulsivo OCD, e cioè la depressione: apatia, svogliatezza, senso di vuoto, perdita di interesse verso le proprie passioni, perdita di appetito, insonnia, difficoltà di concentrazione, e stati d’animo che alternano
sensazioni di euforia, a disforia vera e propria (depressione), quando ce ne
separiamo nuovamente.
Questa fase ha una durata che può variare da 1 a 6 mesi, durante la quale si deve:
– accettare il fatto,
-assecondare le occasioni di cambiamento che si presentano sulla strada del
deluso,
– sopportare il distacco dal sentimento che ci lega ancora all’altro.
Il tempo è una componente estremamente distorta nella mente di un deluso. Ogni secondo della giornata viene vissuto con un pensiero ossessivo legato alla situazione perduta ed alle ragioni per le quali è finita.
Questo tipo di percezione non è condivisa da chi invece lascia (abbandona), per
l’altro il tempo passa in maniera del tutto normale, nel caso in cui abbia nuovi
collaboratori, vive il suo tempo con
normalità.
Dominate il vostro tempo, riempitelo di altre cose, sempre se non vi verranno tolti anche questi incarichi, scrivete, suonate, dipingete, leggete, ascoltate musica, ricordate
che qualsiasi cosa l’altro stia pensando, non pensa a voi!
Sospendete ogni giudizio, non prendete alcuna decisione e non fate alcuna considerazione, potreste decidere di telefonare o mandare una e-mail e subito dopo mangiarvi le mani per averlo fatto, o vederla inoltrata ad altri per riderci sopra. Ricordate che voi siete dalla parte di chi ha subito la decisione, insistere nelle proprie richieste, scatena forme di intolleranza
in chi ha fatto la propria scelta, e diventare fastidiosi agli occhi dell’altro.
Accettate l’esclusione,
non potete fare nulla per cambiare questa cosa. Ogni essere umano vive attimi
di gioia, momenti di dolore e momenti di serenità, i momenti di dolore fanno
parte della vita esattamente come tutti gli altri, sta a voi decidere se
soffrire ancora di più per l’incapacità di accettarli oppure rispettarli come
parte di voi stessi.
Per superare la delusione dovete evitare i sentimenti di autosvalutazione:
Molto spesso, e a momenti alterni, capita di darsi la colpa per quello che è
successo, si arriva quasi a giustificare l’altro perchè siamo dei pochi di
buono, perchè insomma, ci si sente brutti, fragili, piccoli, inutili.
MASSICCI e INCAZZATI, è così che bisogna essere!
Nella prima fase c’è la sensazione di perdita dell’identità, quindi è necessario
concentrarsi su se stessi. Essere consapevoli che per quanto cerchi di
sostituirvi, nulla e nessuno potrà prendere il vostro posto, agire con affetto
ed emozioni, condividere i progetti, con la stessa carica emotiva che avevate
voi.
Il percorso finisce quando avrete raggiunto la consapevolezza che è il vostro capo, amico, o persona vicino a voi a perderci, a privarsi del vostro entusiamo e della
vostra lealtà!