Non è sempre facile riconoscere quando il tuo ragazzo sta dicendo la verità. Esistono alcuni segnali sottili, ma inequivocabili, della verità e della menzogna.
Una delle azioni che facciamo più di frequente quando vogliamo mascherare un sentimento è il sorriso falso.
Non tutti i sorrisi sono uguali: dall’analisi della mimica è possibile individuarne oltre una cinquantina, ognuno con un aspetto e un messaggio particolare.
Già alla metà del diciannovesimo secolo il neurologo francese Duchenne de Boulogne aveva individuato le caratteristiche del vero sorriso sincero che coinvolge, oltre ai muscoli della bocca, anche quelli degli occhi.
In genere, si è notato che le persone si lasciano facilmente ingannare dai falsi sorrisi; la causa di questi frequenti fraintendimenti è l’incapacità di distinguere i veri sorrisi da quelli creati ad hoc.
Il tratto comune al sorriso autentico è la modificazione nell’aspetto prodotto dal muscolo zigomatico maggiore che contraendosi, solleva gli angoli della bocca inclinandoli verso gli zigomi.
II sorriso genuino è contraddistinto da una contrazione spontanea di un muscolo dell’occhio noto come pars lateralis. Quando è usato come una maschera, il sorriso falso copre solo le azioni della parte inferiore del viso e della palpebra inferiore. Inoltre il sorriso falso risulta spesso asimmetrico e caratterizzato da un tempo di stacco anomalo, per cui può scomparire in modo troppo improvviso o a singhiozzo. Anche alcune variazioni della voce e del modo di parlare possono accompagnare la menzogna.
Un tratto
vocale che contraddistingue chi sta mentendo è un tono che suona più acuto e stridulo. Se la persona prova del risentimento, ma vuole nasconderlo, la sua voce tende a diventare più metallica, secca e di volume più alto. Gesti e manipolazioni sono in genere buoni “compagni” delle bugie: spesso chi mente, tende a gesticolare meno del solito; questo sia perché è più concentrato del normale su quello che dice, sia perché riducendo i gesti, si sente meno esposto.
Una delle cose che chi mente invece fa di più è manipolare, stritolare, premere qualcosa con le dita: può così appallottolare un foglietto, stringere il pacchetto di sigarette o prendere una penna o il telefonino come se dovesse usarlo, ma limitandosi a giocherellarci e a portare lo sguardo su di esso.
Quest’azione diventa così un pretesto che consente di allieviare la tensione dello sguardo diretto quando questo diventa insostenibile.
Quando tutto il resto del corpo “tace”, ci pensano le nostre gambe e i nostri piedi a tradirci: se siamo in ansia o ci sentiamo in colpa, le estremità saranno dirette verso una potenziale via di fuga, come una porta, un atrio e perfino una finestra.
Con i piedi possiamo tradirci in molti modi: sollevando i talloni, torcendo le dita, piegandoli sul lato esterno, calpestandoli, tirandoli indietro quando siamo seduti…insomma, quello che esprimiamo in quei momenti é proprio l’intenzione di “darcela a gambe”!
Le frasi indicative di menzogna
Cerca di guadagnare tempo: ripete la domanda.
Sta sulla difensiva: cerca scuse.
Gioca d’anticipo: “E se ti dicessi di sì?”
Non ricorda: “Non che io possa ricordare.” Oppure: “Per quanto ne so…”
Racconta troppi dettagli: gli uomini sinceri rispondono semplicemente alla domanda, non raccontano tutta la storia dietro la verità. I bugiardi invece caricano la loro risposta con più dettagli di quelli necessari a rispondere alla domanda.
Drammatizza: “Credi davvero avrei potuto farlo?” Oppure: “Pensavo che avessi fiducia in me!”
Emette suoni: si schiarisce la gola, tossisce, cambia il tono della voce.
Qualifica la frase: “Per essere onesto …” Oppure: “A dire la verità …”
Le posture indicative di menzogna
Muove le gambe, si sposta, batte le dita, si torce o si sfrega le mani.
Gioca con l’ orologio, gli occhiali, i gioielli.
Morde o ispeziona le unghie.
Il contatto visivo è anormale, diverso dal solito.
Pulisce ciò che gli sta intorno.
Si asciuga il sudore.
Tutto ciò mi succede quando ho semplicemente ANSIA ._.