Piccola guida al sapersi presentare e piccole grandi regole dell’abbigliamento.
Esistono delle regole prestabilite dalla società per determinare il bon ton dell’immagine che le persone devono adottare nelle diverse situazioni. Come vestirsi, i giusti accessori da usare e non, il linguaggio e come deve presentarsi, che hanno influenza sull’immagine che diamo di noi stessi al prossimo.
Eh sì, perché l’immagine è il sapersi presentare, il modo in cui si vive e i nostri interessi: cose che compongono un tutt’uno che ci trasciniamo dietro anche nel più tranquillo degli eventi mondani.
Ne “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, l’autore aveva quasi anticipato i nostri tempi affermando che “sono i superficiali a non giudicare dalle apparenze”. L’apparenza è stata denigrata in questi ultimi tempi, anche a causa dell’abuso che se ne fa. Il pensiero più ricorrente è che per fare un certo tipo di lavoro, oggi più di ieri, devi essere in un certo modo. Ma qual è quel modo? Ci si deve plasmare a seconda dei gusti della società o ci sono delle regole non scritte ma implicite che vanno rispettate? Basta essere belli e piacenti o c’è di più?
Una della prime regole, sapientemente raccolte nel libro di Luca Damiani, “Del saper vivere. Savoir faire e successo nella società del 2000”, è quella che dice che mai bisogna volersi distinguere oltremodo, troppo appariscente, ma sapersi adeguare al contesto in cui ci si trova è essenziale. Rispettare le “tradizioni dell’abbigliamento” in alcune circostanze è altresì importante. Ognuno deve essere anche consapevole dei limiti che l’età e la forma del corpo portano con sé. Senza mettere in atto alcuna discriminazione, non è molto estetico vedere delle belle signore mature, vestite come delle quindicenni, come naturalmente anche una ventenne non starebbe bene con un abbigliamento destinato ad un uso più adulto. Stesso discorso vale per chi magari è sempre alle prese con la bilancia a causa di qualche chilo in più: al bando magliette che lasciano scoperta la pancia se questa non è tonica e levigata e pantaloni stretch o minigonne per chi si ritrova con gambe non tanto filiformi. La moda è bella, intrigante e appassionante, ma bisogna riconoscere che gli stilisti quando creano si basano unicamente su fisionomie perfette, piatte e lunghe, lontane dalla realtà: le modelle che quasi tutte le donne vorrebbero essere almeno per un giorno nella vita.
C’è ancora molto da dire e mostrare sulle piccole regole del bon ton dell’immagine. Ma sempre meglio iniziare dal poco: anche perché le abitudini non sono facili a morire. E quindi dedichiamogli un po’ di tempo. Anche per noi stessi.
L’abbigliamento Maschile:
Il principio base per la scelta del giusto vestito, diciamolo, è solo quello del buongusto. Non c’è bisogno di spendere grosse cifre per vestirsi, ma si può optare per qualcosa di economico purchè stia bene indosso. Il secondo principio, invece, è valutare attentamente le esigenze del nostro guararoba rispetto alle nostre occasioni mondane. Io dico che un completo grigio scuro di fresco lana non dovrebbe mancare mai nell’armadio perchè si rivela adatto a qualsiasi occasione, da abbinare con calzini grigio scuro e una cravatta sobria.
Quando si sceglie un accessorio come una cintura, una collanina o delle scarpe occorre sempre tenere conto di come siamo vestiti. Ad una camicia ricercata o a dei pataloni vistosi affiancheremo una cintura semplice o delle scarpe non troppo appariscenti per non sovraccaricare maggiormente la vista di chi ci guarda. Al contrario, un abbigliamento semplice composto da un jeans elegante e una camicia nera o bianca potrà essere impreziosita da una cintura o un accessorio più vistoso che dia carattere al vostro abito.
Durante la giornata.
Il Bon Ton prevede che durante la giornata l’uomo indossi un vestito da giorno beige, marrone o blu che andrà sempre bene in qualsiasi occasione, anche quella imprevista. La camicia durante il giorno potrà essere a righe o di altri colori tenui ma mai bianca, da usale solo la sera. I calzini, quando non si possiedono nella stessa tinta del pantalone o del vestito, andranno bene in un color grigio scuro.
In varie occasioni.
Colloquio di lavoro: mai nè troppo sciatti come jeans e maglietta – a meno che non cerchiate lavoro come autotrasportatore o in qualche cantiere come manovale- nè mai troppo elegante, ma è preferibile un abbigliamento sobrio e dai colori neutri, che comunichino affidabilità.
A Lavoro: il vestiario varierà a seconda del grado che si ha. In alcuni casi è preferibile un abbigliamento sportivo ma non troppo.
In Campagna: andranno benissimo maglioni, giacche in tweed o giubbotti o giacche di renna. In fondo non siamo in passerella nè ad un’udienza Papale.
Ad una Colazione: ovviamente si parla di colazioni importanti, quindi è bene rimanere eleganti con un completo classico in tinta unita, una camicia -va bene anche colorata- e scarpe da passeggio.
A Teatro: per chi ci va è bene ricordare due regole ferree, e cioè che ad una prima occorre il frac (potete noleggiarlo) e alle altre andrà bene un abito scuro.
Ad un Matrimonio: in tight se lo sposo è in tight altrimenti andrà bene un abito scuro ma non nero.
L’abbigliamento della donna, invece, prevede:
Perle per il giorno e diamanti per la sera.
Completi casual in colori neutri per il giorno
Per una colazione: vestito o tailleur con accessori poco impegnativi e quasi nessun gioiello.
Per un tè: vestito a tinta unita non scollato con pochi gioielli, oppure un tailleur scuro.
Per un pranzo importante: d’obbligo un bel vestito scuro e gioielli importanti.
Per l’Opera: abito lungo da gran sera alla prima e abito corto da sera alle successive serate.
Il cappotto va sugli abiti da giorno e da sera corti, per gli abiti da sera lunghi invece è meglio una mantella o una pelliccia lunga
La vera signora indossa le calze, velatissime, anche in estate.
Si al cappello di giorno per colazioni, thè ed eventi mondani. No, la sera, per pranzi, e spettacoli al teatro e al cinema.